giovedì 14 gennaio 2016

Aggiornamenti di Listeria spp.: tassonomia, habitats, patogenicità e industria alimentare.



Carlo Cantoni, libero docente in Ispezione degli alimenti di origine animale, Milano                                                                                                                                                     
Il genere Listeria comprende batteri catalasi positivi, asporigeni, privi di capsula, anaerobi facoltativi, Gram positivi. Nel genere sono presenti specie patogene e non patogene. Tra le specie patogene esistono cloni virulenti e poco virulenti e non patogeni. A tutt’oggi sono state identificate 18 specie e 6 sottospecie. Oltre alle specie già note come L.monocytogenes, L.innocua, L.seeligeri, L.welshimeri, L.grayi e L.ivanovii (subsp.ivanovii e subsp.londonensis), L.marthii e L.rocourti, sono state isolate e tipizzate L.acquatica, L.boeriae, L.cornellensis. L.fleischmanii, L.fleischmanii subsp.coloradonensis, L.fleischmanii subsp.fleischmanii, Lfloridensis, L.grandenensis, L. newyorkensis, L.riparia, L.weihenstephanensis, L.monocytogenes e L.ivanovii sono potenzialmente patogene, mentre le restanti non lo sono e di queste si riportano le fonti e gli  habitats.                                                                                                                                         
Fonti di origine e habitats di  Listeriaspp.
L.acquatica sp.nova (Den Bakker & Coll.2014) è presente nelle acque dolci naturali.                              
L.booriae sp.nova (Weller & Coll.2015)è stata isolata da impianti di lavorazioni alimentari.
L.cornellensis sp.nova (Den Bakker & Coll,2014) è presente in acque dolci naturali.                                    
L.fleischmannii sp.nova (Bertsch &Coll.2013) è sta isolata ed presente in formaggi. L.fleischmannii  subsp.colarodonensis, subsp.nova (Den Bakker & Coll.2013) isolata da suolo e prodotti agricoli di fattoria.                                                           
L. fleischmanni subsp.fleischmanii subsp.nova ((Den Bakker & Coll.2013) isolata da suolob e prodotti agricoli di fattoria.
L.floridensis sp.nova (Den Bakker & Coll.2014) isolata dall’ambiente e da acque dolci nella Florida.
L.grandenensis, sp.nova( Den Bakker & Coll.2014)  isolata  da ambiente e acqua dolci naturali a Grand,Colorado. 
L.newyorkensis,sp.nova ( Weller & Coll.2015), isolata da impianti di lavorazione alimenti in USA.   
L.riparia, sp.nova ( Den Bakker & Coll.2014 ) isolata da acque dolci naturali e da prodotti agricoli. 
L.weihenstephanensis,sp.nova (Lang Halter & Coll.2013),isolata da una pianta acquayica di  stagno la Lemna trisulca in Fresing/Weihenstephan in Sud Germania 

L.monocytogenes                                                                                                                                                   
La specie denominata Listeria monocytogenes è così denominata per la sua capacità di sopravvivere nei monociti ed è causa di monocitosi negli animali, ma non nell’essere umano. Dopo 36 ore di incubazione su terreno agar sangue L.monocytogenes presenta una zona evidente di emolisi intorno alla colonia. La specie fermenta L-ramnosio, ma non D-xilosio e la cellula batteri casi muove  con movimento rototranlatoto su se stessa a temperatura ambiente,ma non a 37° C,tale movimento è caratteristico (Seeleger & Coll.1986).                                                                                    
L.monocytogenes è comunemente divisa in 13 serovars. Di  questi solo 4 serovars 1/2a,1/2b,1/2c e 4b sono responsabili del 95 % o più dei casi di listeriosi umana. La specie ha una struttura  genetica clonale consistente in 4 linee  genetiche(lineages) dove  la lineage I include i serovars  1/2a,1/2c,3a,3c , .La lineage II comprende i serovars 1/2b, 3b,4 b,4d,4e.Nella lineage III sono presenti 4°,4b,4c   e nella IV sono  situati i serovars ,4a, 4b, 4c 7 (Doumith & Coll.2004, Liu & Coll,.2010, Clark &Coll.2010,Nightingale .2010,Orsi & Coll.2011,Tsai & Coll. 2011).Mentre la lineage I è altamente clonale, la lineage II mostra una maggiore diversità e la presenza di un gene di trasferimento orizzontale(Nightingale & Coll.2005). i sierotipi della linea genetica I  sono prevalenti negli  alimenti e negli ambienti di loro lavorazione 1/2a,1/2c. mentre i sierotipi 3a, 3c  si sono resi responsabili di casi sporadici di listeriosi in parecchi paesi Europei e in Canada. I serovars della linea genetica II (!/2b,,4b) sono stati i responsabili della maggior parte di casi di listeriosi nel mondo. I serovars 4d, e 4e hanno provocato casi sporadici di listeriosi in USA  in Taiwan. I serovars della linea genetica III (4a,4b,4c) sono di raro isolamento e provocano listeriosi negli animali. Infine anche i serovars della linea genetica IV  sono di raro isolamento e causano listeriosi negli animali.                                                                                   
Fattori di virulenza
La virulenza del batterio è condizionata da una serie di fattori,alcuni propri del microrganismo stesso,altri costituiti dalla differente natura del substrato alimentare e dalle condizioni dell’ospite in cui il batterio penetra (Hof &Coll. 1992). Il processo infettivo evolve in patologia quando il batterio attraversando la parete intestinale diffonde per via ematica e linfatica raggiungendo inizialmente il fegato,in cui si moltiplica all’interno degli epatociti,e la milza,quindi sempre per via ematica  raggiunge gli organi bersaglio secondari: cervello e placenta. Caratteristica di L.monocytogenes è la sua capacità di superare le barriere dell’ospite (intestinale, ematoencefalica, materno-fetale) unitamente alla capacità di sopravvivere ai meccanismi battericidi attuati dai macrofagi oltreché di penetrare all’interno di cellule non fagocitiche (epatociti, neuroni, ecc.).Il processo di internalizzazione prende inizio con la sovrapposizione delle due membrane plasmatiche,batterica e cellulare,seguita dalla progressiva interazione tra specifiche proteine batteriche di superficie e i loro rispettivi recettori sulla cellula bersaglio (Cossart &  Coll.2008). L’internalinaA (InlA) e l’internalina B sono le più importanti proteine di superficie coinvolte nel processo di penetrazione cellulare: di queste sono state  individuate almeno 25. Esse legandosi a specifici recettori di membrana inducano il  riarrangiamento del citoscheletro cellulare inducendo la fagocitosi nelle cellule bersaglio. InlA si lega selettivamente al solo recettore E-caderina delle cellule epiteliali umane in cui ne attiva la fagocitosi, mentre InlB  interviene nell’invasione di un maggior numero di cellule, in particolare epatociti e fibroblasti,attraverso l’interazione con almeno  tre recettori conosciuti Met,gC1qR e glicosaminoglicani. Tra questi il più impo rtanteè il Met perché coinvolto nell’interazione con gli epatociti,cellule del primo organo bersaglio in  corso di listeriosi (Cossart & Coll.2008 cit.Nivas Rosa 2011).
Un’ altra importante proteina è la p60 (Invasion Associated Protein) che si ritiene anch’essa coinvolta nel processo di adesione del batterio alle cellule eucaristiche e nella fase tardiva della divisione cellulare,per la sua attività idrolasica nei confronti dell mureina (Vasquez-Boland & Coll.2001).
La permanenza della L.monocytogenes all’interno del fagosoma ha una durata media non superiore ai 30 minuti, durante i quali  per un verso si attiva per impedire l’azione battericida della cellula ospite con una sintesi di una superossido dismutasi (MnSOD) per l’altro sintetizza altri fattori di virulenza atti per la disgregazione del fagosoma stesso. Nella distruzione del vacuolo litico intervengono la Listeriolisina-O (LLO) e due fosfolipasi: la fosfatidilinositolo-fosfolipasi C (PlcA) e Fosfatildilcolina-fosfolipasi C(PlcB) (Crossart & Coll.2008 cit, Nives Rosa 2011).
La listeriolisina O è una tossina batterica appartenente alla classe delle proteine tiolo-attivate, che attaccandosi alla membrana del fagosoma induce in essa la formazione di pori,con conseguente alterazione degli equilibri ionici e successiva disgregazione del fagosoma e liberazione del batterio nel citoplasma. In questo processo la listeriolisina O è adiuvata dalla PlcA o dalla PlcB.                                                       
La PlcA interviene nella lisi della membrana singola del fagolisosoma primario, cioè originato a seguito della penetrazione diretta del microrganismo nella cellula ospite, mentre la PlcB contribuisce alla lisi del vacuolo a membrana doppia che si forma nel passaggio di L.monocytogenes nelle cellula ospite alla cellula adiacente nel processo di diffusione intracellulare. All’interno della cellula ospite L.monocytogenes si moltiplca attivamente sintetizzando altri fattori di virulenza indispensabili per il completamento del ciclo infettivo  (Cossart & Coll.2008,cit.Nives Rosa 2011), Tra questi la proteina ActA espressa sulla superficie batterica attiva un complesso (Arp2/3) che provoca la polimerizzazione dei monomeri di actina cellulare in una rete ramificata di filamenti che localizzandosi ad un polo della cellula batterica (a formare la cosidetta comet tail) ne indirizzano lo spostamento verso la membrana plasmatica della cellula  ospite. Essa sotta la spinta di questa formazione protrude verso l’esterno e il conseguente invagina mento della membrana plasmatica della cellula adiacente avvia un nuovo processo di fagocitosi nei confronti dello stesso microrganismo che lo ha prodotto, con questo sistma L.monocytogenes può diffondersi nell’organismo passando da una cellula all’altra senza venire in contatto con gli anticorpi presenti nei liquidi organici.                                                    

Evidenza di differenti livelli di virulenza delle specie di L.monocytogens 
Per un considerevole periodo di tempo L.monocytogenes è stata considerata patogena a livello di specie. Con una generale accettata convinzione che tutti i ceppi di L.monocytogenes fossero virulenti, quindi capaci di causare infezioni per via orale. Tuttavia, in base a dati sperimentali ottenuti in questi ultimi anni,è apparso evidente che L .monocytogenes ha una grande variazione di virulenza e di patogenicità a livello dei serovars. (Veige & Coll.2010) Mentre alcuni ceppi epidemici sono certamente molto infettivi,,altri (specialmente quelli isolabili da alimenti e dall’ambiente) sono scarsamente responsabili di infezioni umane e sono  avirulenti. ( Tabouret & Coll.1991,  Corner & Coll. 1989,Van Lagendom & Coll,1999,Roche & Coll.2001,Liu & Coll,2003,).Dei 13 serovars di L.mocytogenes solo 3 si sono resi responsabili del 96% delle infezioni umane (1/2a,1/2b e 4b).Per quanto riguarda l’Italia i sierovars responsabili sono stati identificati  come 1/2a,1/2b,!2c e 4b. e hanno riguardato solo 251 casi in 10 anni.Tranne 1/2c  gli altri sierovars sno stati responsabili del 92 % dei casi. Negli anni 2006,2009,20010,  solo 10 casi sono stati attribuiti ai serovars 1/2c,3a,3b,4d (Mammina & Coll.2009,Pontello & coll.2012).Mutazioni nelle proteine responsabili della virulenza o dei rispettivi geni sono indici della diminuzione o assenza di virulenza dei ceppi (ad esempio : internalina A troncata, o mutazione del fattore positivo di virulenza A,o sostituzioni di basi che inattivano le differenti proteine di virulenza, o mutazione di Prfa ( Veige Coll.2010) Secondo questi ricercatori il 50-60% dei ceppi di Listerie isolati da ambienti ed alimenti potrebbero  essere virulenti o poco virulenti. Putroppo attualmente non esiste alcun metodo perfetto per riconoscere i ceppi con virulenza assente o attenuata. Comunque l’infezione da Listeria monocytogenes si manifesta  nel 0,03-0,11  per 100,000 persone,quindi con incidenza assai bassa. Differenti stati (UE ,USA e Canada) hanno formulato regolamenti  e direttive riguardanti l’ accertamento quantitativo del rischio di salubrità  degli alimenti con L.monocytones per il consumatore. Per prevenire l’infezione per via alimentare da L.monocytogenes gli alimenti sono  strettamente controllati  senza tener conto della virulenza o meno del ceppo isolato e ,in caso di presenza l’alimento viene ritirato. Considerato, quindi, che il rischio non è lo stesso per la presenza di un ceppo virulento ed uno con bassa virulenza o virulento,la messa a punto di di metodi validi per valutare il livello di virulenza dei ceppi di L.monocytogenes  permetterranno di togliere dal consumo solo quelli con presenza dei cloni virulenti.
                                                                                                            
Listeria moniocytogenes e alimenti                                
Questo batterio  è stato trovato in numerosi alimenti crudi e lavorati;la loro cottura la elimina,mentre la contaminazione degli RTE può permettere la crescita della listeria in seguito a ricontaminazione durante la durata della loro ita commerciale con possibile rischio per il consumatore,In genere la contaminazione degli alimenti lavorati è tipicamente dovuta da ceppi persistenti negli ambienti di lavorazione e presenti per lunghi periodi. Non sempre è chiaro come i ceppi di L.monocytogenes penetrino e nei locali di lavorazione e perché alcuni ceppi vi permangono per tempi lunghi.                                                                                                                                                             
Listeria monocytogenes può essere isolata da carcasse animali e alimenti in quantità variabili. Percentualmente la  sua presenza è stata registrata nelle carni di pollo,in alcuni prodotti a base di carne fermentati, in certi tipi di formaggi ed in alcuni prodotti della pesca come salmone affumicato. La prevalenza di L.monocytogenes egli alimenti aumenta durante  le fasi di lavorazione,Diversi studi hanno dimostrato che i ceppi principali contaminanti i prodotti finali originano dagli ambienti di lavorazione e sono differenti da quelli solati dalle materie prime. Le attrezzature  a struttura complessa con larghe superfici come cutter,affettatrici,le multi aghi possono favorire la disseminazione dei ceppi  dei ceppi negli alimenti preparati nello stabilimento.(Makkula 2013).Altre fonti di contaminazione, oltre al contatto con le superfici delle macchine e degli utensili, sono i guanti di gomma, il vestiario e le calzature degli operatori. Gli oggetti contaminati più sovente sono, ovviamente le attrezzature più complesse, come  refrigetatori, nastri trasportatori, affettatrici, cubettatrici, iniettatrici di salamoia, cosicché possono divenire fonti di contaminazione rendendo difficili le operazioni di pulizia e di disinfezione.                                    
L.monocytogenes, come  prima precisato, può persistere negli ambienti di lavorazione per anni. La contaminazione persistente è tipicamente dovuta a  pochi ceppi  reisolati costantemente dallo stesso sito o da altri luoghi insieme con altri ceppi sporadici saltuari. I ceppi persistenti possono tollerare certi tipi di disinfettanti meglio dei ceppi sporadici,probabilmente perché aderiscono più tenacemente alle superfici a contatto con alimenti. Le cellule adese resistono alla pulizia meccanica e alla disinfezione meglio di quelle libere. L.monocytogenes aderisce alla superfici formando biofilms e la capacità della loro formazione varia a secondo dei ceppi perché alcuni formano biofilms con struttura tridimensionale simile a un micelio fungino,mentre altri ceppi formano aggregati sparsi o biofilms a monostrato (Makkula 2013).La contaminazione entra negli ambienti di lavorazione.oltre che dalle materie prime anche dal suolo, tramite il personale,insetti e utensili vari
                                   
Listeria  monocytogenes e agenti ostili (stressanti) 
Negli alimenti e nei locali di lavorazione L.monocytogenes viene a contatto di vari agenti ostili (stressanti) che provocano cambiamenti nei componenti della cellula e lesioni che influiscono negativamente sulla sua vitalità,La severità degli agenti ostili può causare la morte della cellula o la sua velocità di crescita e la sua virulenza. La moderna industria alimentare tende a ridurre l’uso di conservanti per aumentare la vita commerciale dei prodotti, cosicché la salubrità dell’alimento è sempre pi basata sulla catena del freddo. La refrigerazione diminuisce la crescita di tutti i batteri ma la possibilità di sviluppo di L.monocytogenes  si verifica al di sotto di 0°C. 
Quindi le industrie devono ricorrere per forza all’uso di agenti stressanti quali:                                               
BASSE TEMPERATURE: diminuiscono la fuidità del citoplasmae a permeabilità delle membrane. Rallentano il metabolismo cellulare e le velocità cinetiche enzimatiche. Aumentano la stabilità delle strutture secondarie di DNA e RNA,ostacolano o impediscono la funzionalità dei ribosomi.                                       
TEMPERATURE ELEVATE: Denaturano proteine ed enzimi, danneggiano il DNA be degradano RNA; danneggiano le membrane citoplasmatiche ed aumentano la fuoriuscita di componenti cellulari.                     
ACIDITA’: disturba il funzionamento degli enzimi e della bioenergetica cellulare. Danneggia la membrana cellulare e al DNA.                                                         ALCALI:  alterano la  funzionalità degli enzimi, la divisione cellulare, disperdono il contenuto cellulare.
BASSA Aw: si ha disidratazione della cellula con perdita di turgore. Si verifica inibizione di assunzione di nutrienti e di altre funzioni essenziali cellulari,è alterato il ripiegamento delle proteine.                                                                     
ETANOLO: aumenta la permeabilità della membrana cellulare,denatura e proteine e il loro ripiegamento,produce la interazione di macromolecole in tutti i comparti cellulari.
H2O2,O2 E ALTRI AGENTI CON FORTE CON FORTE ATTIVITA’OSSIDANTE: per ossidano i lipidi con conseguente diminuzione di fluidità della membrana cellulare. Danneggiano il DNA e provocano la formazione di legami crociati tra DNA e altre molecole, modificano la struttura delle proteine e del loro ripiegamento, quindi delle loro funzioni. Formano aldeidi che aggravano il danno molecolare (Biblio in Makkula 2013).                                                                                           

Riassunto                                                                                                                   
E’ stata riportata l’attuale tassonomia delle listerie spp nel genere Listeria. Sono indicati i sierotipi virulenti,poco virulenti e  virulenti della specie. Sono state segnalate le varie fonti di contaminazione per l’industria alimentare ed,infine,sono stati descritti agli agenti ostili (stressanti) nei confronti di L.monocytogenes.                                   

Updates on Listeria ssp and L.monoccytogenes 
The current taxonomy of Listeria genus have been reported in detail. Virulent, low virulent and a virulent strains of the serovars have been indicated. The sources of foods and foods industries have been listed. Finally hostil agents fisical chemical and their injurius actions have been described.
                                                                                                                                                     BIBLIOGRAFIA                                                                                                                                                                
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