Carlo Cantoni, libero docente in ispezione degli
alimenti di origine animale Milano
I micobatteri sono bacilli immobili, non sporigeni,
aerobi obbligati. Possono formare sferoplasti e sono acido resistenti. Costituiscono
il genere Mycobacterium, famiglia delle Mycobacteriaceae, ordine
Actynomycetales. Il genere Mycobacterium include il complex M.tubercolosis, il
complex M.avium, il gruppo M.chelonae e altri micobatteri patogeni e non
patogeni presenti nel terreno e nelle acque.
Il complex Mycobacterium tubercolosis comprende: M.
tubercolosis, M. bovis, M.a fricanum, M. cannetti, M. caprae e M. microti
(Bosch &coll 2002) e il complex M.
avium include: M.a vium ssp. avium, M.avium ssp hominisuis, M. avium ssp. paraubercolosis,
M. intracellulare (Mijs & coll.2002), M. chimerae e M. silvanus. Altri
micobatteri patogeni sono M. fortuitum, M. chelonae, M. marinum, M. kansassi e
M. scrofulaceum (Olsen& coll.2010). I micobatteri non inclusi nel complex
M. tubercolosis sono denominati MOTT (micobatteri diversi dai bacilli
tubercolari).
Patogenicità dei micobatteri e risposta dell’ospite.
Lo sviluppo
di una malattia da micobatteri in un ospite dipende dalla possibilità del
micobatterio di sopravvivere e di moltiplicarsi entro i macrofagi dell’ospite
(Olsen & coll.2010). I micobatteri patogeni
producono lesioni granulomatose in un
ampio numero di specie animali quali mammiferi, uccelli, rettili, pesci
e anfibi. La patogenicità dei
micobatteri è un evento polifattoriale richiedente la partecipazione e gli effetti cumulativi di parecchi componenti
cellulari (Olsen & coll.2010). I micobatteri sopravvivono nei macrofagi non
attivati inibendo la fusione di fagosomi e lisozomi, evitando la generazione di
ossigeno attivo e di intermediati nitrosici o localizzandosi nel citoplama
(Olsen &coll.2010). La parete cellulare dei micobatteri, composta da
peptdoglicano, arabinogalattano, da acidi micolici, il Cord factor (trealosio
6,6-dimicolato) e altri acidi micolici con glicolipidi sono coinvolti nella
patogenesi delle malattie da micobatteri. I glicolipidi e i glicolipidi
solforati permettono la sopravvivenza dei micobatteri virulenti entro i
macrofagi inibendo il fagosoma. Numerosi fattori dell’ospite sono
associati alla resistenza dell’ospite nei confronti dell’azione patogena dei
micobatteri: i macrofagi, che sono il principale fattore antagonista, (Russell
& coll .2010),le cellule CDT secernenti interferone gamma,le cellule CD8T
che distruggono i micobatteri mediante la produzione di granulolisina
(proteine antimicrobica), varie
citochine attivanti le funzioni dei macrofagi e limitando la replicazione dei
micobatteri. Altri fattori
antimicobatteri possono essere i composti intermedi azotati ( p.e.
ac.nitroso), l’ossigeno singoletto e gli anioni superossidi n prodotti da
macrofagi (Olsen & coll.2010).
Malattie associate con micobatteri del complex
Mycobacterium avium.
Del gruppo MOTT fanno parte micobatteri isolati da
numerose fonti(Thoren 1981;Olsen & Coll.2010). I batteri del complex
Mycobacterium avi & coll,um sono stati isolati da carni di suino e di altri
animali da cibo (Komjin & coll.1999; Thoen 2010; Olsen & coll
2010,Wellenberg & coll.2010). Questi microrganismi sono stati spesso
isolati da acque, liquami di fogne, vegetali decomposti e da altri fonti
ambientali (Kazada,1979;Matlova &
coll.2004). Il micobatterio di maggiore importanza per la salute pubblica del
complex Mycobacterium avium è il M.avium ssp.paratubercolosis (MAP). MAPP è
stato isolato da latte in polvere e da formaggi (Grant &
coll..2002;Ayele coll.2005;Slana coll.2008) e da latte pastorizzato;
recentemente è stato isolato da guanciali bovini (Okura & coll.2011).
Esistono anche dimostrazioni della
resistenza di MAP al trattamento di pastorizzazione HTST, sebbene questo
risultato sia controverso (Vaerewijck & coll.2005). Diversi ricercatori
hanno, inoltre, potuto isolare il MAPP da pazienti con la Crohn disease, ma altre ricerche non hanno fornito la prova
necessaria per ritenere MAP l’agente
eziologico della malattia di Crohn (Qual &coll.2010,Van Kruningen &
coll-2011). Una considerazione importante da tenere presente è l’elevata
resistenza all’acidità dello stomaco e
ai Sali biliari con conseguente aumento
della sopravvivenza del batterio nell’intestino umano dopo l’ingestione per via
orale (Primm & coll.2004sono stati isolati). Inoltre e in aggiunta, MAP e
altri micobatteri del complex M.avium
sono stati isolati da esseri umani affetti da infezione HIV e da altri soggetti immunocompromessi (Primm &
coll.2004). Recentemente Cossu &
coll.2011) hanno pubblicato uno studio nel quale ritengono che il MAPP possa
essere una possibile concausa della sclerosi multipla, mentre Dow (2012)
ritiene che svolga un ruolo nella patogenesi del diabete1 autoimmune dell’essere
umano.
La malattia nell’uomo (Malattia di Crohn, morbo di
Crohn).
Ci sono indizi secondo i quali il MAP è implicato
nella causa della malattia infiammatoria intestinale detta morbo di Crohn. Il
MAP può essere riscontrato in molti pazienti affetti da questa malattia e anche
nei bovini ll MAP causa una infiammazione intestinale cronica, la
paratubercolosi. Anche le infezioni virali possono favorire lo scoppio di
questa malattia intestinale infettiva. La malattia è evidenziata dall’
infiammazione dell’intestino tenue e dell’intestino crasso. I sintomi
consistono in irregolarità nella defecazione,gravi diarree con perdita di muco, dolori al ventre, nausea,
vomito e occlusione intestinale. Spesso vengono descritti sintomi generali come
perdita di peso, stanchezza e infiammazioni in altre parti del corpo. La
componente più rilevante della malattia è la sua predisposizione genetica. Il
35 % di tutti i pazienti affetti da morbo di Crohn presentano una mutazione nel
gene NOD2)CARD15 che determina la difesa da sostanze tossiche prodotte da
batteri intestinali.
La malattia nel bovino.
MAP è la causa di una malattia intestinale
trasmissibile dei ruminanti comunemente conosciuta come Johne‘s disease
(malattia di Johne o paratubercolosi. La malattia colpisce prevalentemente gli
animali giovani (con meno di 30 giorni di età)per via fecale-orale; altre vie
di contaminazione sono la via placentare e la via intrauterina. Dopo un periodo
di incubazione di 2-5 anni (periodo di intervallo constatato tra 6 mesi e 8 anni)
gli animali sviluppano può essere presente depressione del sensorio,
inappetenza e arresto della ruminazione,
pelo ispido, dimagramento e diarrea intermittente, edema ventrale,
debilitazione e morte. La paratubercolosi è caratterizzata dalla infiammazione
granulomatosa delle parti terminale dell’intestino tenue e del crasso e delle
linfoghiandole regionali. Clinicamente la malattia di Johnes comporta disturbi
funzionali dell’intestino associati a reazioni infiammatorie. Nei bovini, le
lesioni sono localizzate principalmente sulla parete intestinale e si
caratterizzano come diffusi granulomi con poca o nessuna necrosi visibile. I
granulomi contengono numerosi bacilli acido resistenti, spesso presente anche
nei linfonodi del tratto intestinale infetto. E’ stata osservata necrosi
caseosa nelle lesioni intestinali di
pecore e di capre.
Eliminazione tramite il latte di MAP.
Come riportato in precedenza il MAP può contaminare
il latte prodotto da bovine affette da paratubercolosi-. Il MAP può trovarsi anche nel latte di bovine senza
segno di malattia, ma portatrici di infezioni subcliniche. La contaminazione
del latte ha origine fecale. Di
solito i MAP nel latte contaminato sono poco numerosi. Il
problema legato alla presenza dei MAP nel latte trattato con le temperature
normali di pastorizzazione è dovuto alla
loro termoresistenza. Per
ottenere la distruzione dei MAP nel latte pastorizzato lo si deve sottoporlo a uno dei due
trattamenti termici in uso nel Regno
Unito trattandolo a 72° C per 25 secondi o a 90°C per 15 secondi.
Controllo della paratubercolosi
Considerato
che : A) in alcuni paesi comunitari ad elevata vocazione lattifera (Danimarca,
Olanda, Spagna, Austria) sono già in atto programmi sanitari finalizzati a
ridurre l’incidenza della malattia negli allevamenti bovini. B) in alcuni Paesi
terzi (Australia, Canada, Cina, India) consentono l’importazione di formaggi
prodotti in Italia a condizione che gli allevamenti di provenienza del latte
impiegato per la produzione di formaggi abbiano garanzie sanitarie
supplementari nei confronti della paratubercolosi; C) la produzione di latte bovino rappresenta una
importante fonte di reddito per il settore primario in Lombardia dove viene
prodotto il 40 % del latte italiano; D) la Paratubercolosi bovina determina
rilevanti danni economici diretti negli allevamenti bovini, anche in assenza di
forme cliniche di malattia e comporta la limitazione del commercio dei prodotti
a base di latte destinati alle esportazione, la Regione Lombardia, già dal 2013
con D.d.g. del 18 luglio 2013 ha elaborato un Piano Regionale di controllo e
certificazione nei confronti della paratubercolosi bovina indicando la
rispettiva linea guida. Considerando che non è proponibile imporre
l’applicazione di temperature più elevate mancando la certezza tra presenza del
micobatterio e sua partecipazione alle lesioni del morbo di Crohn, per
garantire l’assenza del MAP nel il piano
regionale è finalizzato a : 1) rendere obbligatoria la segnalazione dei casi clinici nei bovini e
l’adozione dei provvedimenti conseguenti; 2) fornire agli allevatori idonei
strumenti per prevenire e limitare la diffusione dell’infezione negli
allevamenti; 3) definire i criteri per rilasciare le attestazioni sanitarie
(certificazioni) degli allevamenti,ai fini del commercio del latte e dei
prodotti derivati ; 4)monitorare la diffusione dell’infezione nella popolazione
bovina della Lombardia. Tale piano è attualmente in fase di esecuzione.
Conclusioni
Morbo di Crohn, Sclerosi multipla e diabete
autoimmune 1 sono ritenute malattie genetiche autoimmuni con cause
multifattoriali tra le quali quelle
batteriche. Il MAP sopratutto, in
seguito alla possibile presenza nel latte e derivati e per essere stato isolato dalle lesioni
umane ,tenendo conto delle somiglianza delle lesioni intestinali umane della malattia di Crohn con quelle
della paratubercolosi bovine stato ritenuto in grado di svolgere
attività aggravante le lesioni mucosale. La fonte del MAP è stata identificata
nel latte. Oltre al MAP altri studi hanno associato alla malattia specifici
ceppi di Escherichia coli enteroaderente: in particolare il ceppo aderente
invasivo (AIEC) è più comune nelle persone affette dalla malattia di Crohn
produce, rispetto alle specie non enteroaderenti, biofilm più potenti che impediscono l’autofagia durante
la fase autolisosomiale, garantendo la sopravvivenza dei batteri intracellulari
e l’induzione della infiammazione. Questa promuove la proliferazione dell’AIEC
e la disbiosi dell’ileo. I ceppi AIEC si replicano estensivamente all’interno
dei macrofagi ed inducono la secrezione di TNF Alfa (fattore di necrosi
tumorale). Altri batteri chiamati in causa sono L.onocytogenes e Y.enterocolitica. in apparenza c’e’ un
collegamento tra la malattia di rohn , MAP e altri batteri patogeni e marcatori
genetici. In diverse persone, fattori genetici predispongono diversi individui
all’infezione da MAP. Questo batterio produce mannani che proteggono la
fagocitosi esso stesso e diversi altri batteri causando infezioni secondarie.
Le relazione tra determinati tipi di
batteri con malattia di Crohn, sclerosi
multipla e diabete tipo 1 rimangono oscura, nella prima malattia, e devono essere riconfermata nelle seconde.
Riassunto
Nel testo sono riportati i rapporti esistenti tra la
presenza di Mycobacterium avium ssp.paratubercolosis nel latte e in altri
alimenti con la patogenesi di malattie umane autoimmuni quali il morbo di Crohn,la sclerosi multipla e il diabete tipo
1.
Summary
Mycobacteria,animal foods ad food safety
In this text the
known relations of the M.paratuberolosis presence in animals foods and
some autoimmune human diseases have been reported .the Human diseases with
Mycobacterium paratubercolosis
presence are:the Crohn’s diseases,multiple sclerosis and diabetes type 1.
Bibliografia
Abdenahuran C. ;Cesaro A.;Mirouna S.&
coll.(2012)Plos.DOI:10:1371
Ayele W.Y. ; Svastova P.; Roubal P.& coll.(2005)
Appl.Enviro.Microbiol.71,1210-1214.
Baumgard M.;Dugan B.Rishniw M. & coll. (2007)
ISME journal 52,403-418
Cossu D.; Cocco E,;Paccagnini P. & coll.(2011)
Plos,one 6/4e 18482 doi : 10.1371 J-
Brosch R.;Gordon S.V.; Marmiesse M. &
coll.(2002) Proc.Natl.Acad.Sci,USA 99,3684-3689.
Decostere A.K.; Hermans K.& Haesbrouck F.(2004) Vet.Microbiol.
99,159-166.
Densmore C.L.& Green D.E. (2007).ILAR
J.48:235-254.
Dow C.D. (2012) J:diabetes Mellitus 288-295.
Dvorska L.; Bartos M.;Ostadl O. & coll.(2002)
J.Ciin.Microbiol. 40.3712-3719
Grant I.R.:Ball H.J.& Rowe M.T. (2002)
Appl.Environ.Microbiol.68,2428-2435.
Kazada
J.(1979)Colloque Int sur le Mycobacterie Lyon France pp.318-327.
Komijn R.E.; de Hass P.E.W.;Schneider T.&
coll.(1999) J.Clin.Microbiol.5318-5325.
Matlova L.;Dvorska K:;Palecek K. & coll.(2004)
Vet.Microbiol.102,227-236.
Mijs W.; de Haas P.; van Der Larn T: & coll. (2002) Int.J.Syst.Evol.Microbiol.52
1505-1518.
Okura H.; Toft N.;Pozazato N.; Tondo A. &
coll.(2011)Vet:Med.Intern.152867.
Olsen L.:Barletta R.G & Thoen C.O.(2010)
Mycobacterium.In :Gyles C.L; Prescott J.F.;Songer J.G. &Thoen C.O. (eds)
Patogenesis of Bacterial infections in Animals.Wyley/Blackwell,AMES,USA,pp
113-132.
Primm T,P.; Lucero C.A. & Falkinham III.(2004)
Clin.Microbiol. Rev. 17,98-106
Qual D.A.;
Kaneene J.B.;Varty J.B. & coll.
(2010) J.Dairy Sci.93,2371-2376.
Russell D.G. ; Barry C.E. & Flynn J.L- (2010) Science 328,852-856
Slana I.F. ;Paolicchi B.; Janstova P &
coll.(2008) Vet.Med, 53,283-306.
Soldati G.
;Lu Z.H. ;Vaughan A. & coll.(2004) Vet.Pathol. 41,388-397.
Tell L.A.
:Woods L. & Cromie R.L. (2001)
Rev.Sci.Tech.20,180-203.
Thoen C.O. & Karlson A.G. (1984) Experimental
tubercolosis in rabbits. In:W Kubica G.P. and
Wayne L.C (eds),The Mycobacteria
s Sourcebook.Marcel Dekker inc.new York andbasel pp. 978-989.
Thoen C.O.
(2007) Johne’s Diseases.In: Geller L (ed), Mc Graw-Hill Encyclopedia of
Science & Technology 10th edition. Mac
Graw Hill Publishing,New York Usa
9.515-516.
Thoen C.O. (2010)Tubercolosis and other mycobacterial
infections.In : Kahn C.M. and Line
S. (eds),The Merck Veterinary Manual:10th ed.,Merck & Inc.
Whitehouse Station N.J.pp 621-663.
Van Kruningen
H.J. (2011) J.Crohn’s and Colitis 5,638-644.
Wellenberg G.J.; de Hass P.E.W.; van Ingen J. &
coll. (2010) Vet.Rec.167,451-454.