Carlo Cantoni, libero docente in ispezione degli alimenti di origine
animale, Milano
Nitrato
e nitrito sono normalmente presenti nelle diete venendo ingeriti da vegetali, acqua
e prodotti carnei addizionati con questi composti per il loro effetto
preservante ed antibatterico. L’attività antibatterica è svolta dal nitrito, e da composti derivanti dalla sua dismutazione.
Nei prodotti carnei il nitrito e i suoi metaboliti sono distribuiti come segue:
Tab.1 Nitrito e suoi metaboliti nei prodotti carnei additi vati
(libero/legato) A) nitrito 5-20%; nitrato 1-10 %; mioglobina
5-15%; legato a gruppi –SH 1-15%;
legato ai lipidi 1-15%; legato alle proteine
20-30 %; gas 1,5 % Totale
circa 70 % (Cassens 1978).
Dopo
l’aggiunta nelle carni, il nitrito viene ridotto tramite reazioni di
nitrosazione e nitrosilazione in presenza di alcuni fattori favorenti rappresentati
dalla temperatura, composti endogeni ed altri ingredienti aggiunti
(Cassens,1977). I composti che si formano dal nitrito sono biossido d’azoto, triossido
d’azoto N2O3, acido nitroso e monossido d’azoto (Honikel 2008 modificato). Alcun composti aggiunti intenzionalmente come
l’acido ascorbico e il sodio eritorbato possono ridurre il nitrito liberando NO
gassoso (Fox & Coll.1963). Anche il
cloruro di sodio può formare nitrossilalidi che aumentano la velocità di formazione di acido nitroso nei prodotti
carnei addizionati (Fox% Coll.1994;Sebranek & Coll ). Il tessuto muscolare contiene composti
endogeni in grado di ridurre il nitrito (Walters & Coll 1964). La
emoglobina e la mioglobina riducono il nitrito tramite l’ossidazione dell’eme
ferrico (Brooks 1937, Doyle &Coll, 1981, Shiva & Coll. 2007). La
cisteina ed altri composti sulfidrilici possono formare S-nitrotioli in
soluzione acquosa (Miersch & Coll.2005) e possono agire come agenti
nitrosanti o possono rilasciare ossido nitrico (Williams 1999). Oltre queste
attività, il nitrito ed i suoi derivati esercitano attività antibatteriche (Tompkin
2005). Dei due conservanti il nitrato
aggiunto viene ridotto a nitrito dai batteri. Questi risulta efficace nel
contrastare batteri Gram positivi e Gram negativi, mentre non agisce su lieviti
e muffe. L’esatto processo di inibizione non è chiaro. Il nitrito è efficace in concomitanza con altri agenti
come il sale, l’acidità del substrato (Sofos & Coll.1979), la
refrigerazione e le condizioni anaerobiche del substrato carneo e dell’imballaggio
per presenza di CO2 che acidifica il prodotto carneo confezionato (Buchanan
& Coll. 1989, Sofos & Coll. (1979). L’effetto antibatterico del nitrito è stato
studiato particolarmente per l’inibizione di Clostridium botulinum, C. perfringens e in questi tempi per Listeria monocytogenes.
CLOSTRIDIUM
BOTULINUM. Prima dell’impiego del nitrito negli alimenti carnei erano comuni. Oggi
sono praticamente assenti. Il C.botulinum è un batterio anaerobio, sporigeno, Gram
positivo. Esercita il suo potere tossico tramite la produzione di sette tipi di
tossine siglate con le lettere da A a G. Le intossicazioni da alimenti, da
ferite (rare) e il botulismo intestinale sono causate dai tipi A, B, C, E e, in
circostanze rare dal tipo F. Il botulismo negli animali è provocato dai tipi C,
D, mentre il tipo G non sembra tossico. (Montville
& Coll.2005). C. botulinum è stato
pure diviso in quattro gruppi in base
alle caratteristiche fisiche dei ceppi componenti. Il gruppo I comprende il tipo A ed i ceppi
proteolitiici B e F. Il gruppo II contiene tutti i ceppi E e i ceppi non
proteolitici B e F. Del gruppo III fanno parte i tipi C e D. Il gruppo IV comprende i tipi G. Le C. botulinum spp.
sotto forma di spore sono presenti nell’ambiente, soprattutto nel terreno,
conseguentemente possono contaminare gli alimenti. Nella tabella n.2 sono
riportati i gruppi e le caratteristiche dei ceppi di C. botulinum.
Tabella
n 2 gruppi e caratteristiche di ceppi di C.botulinum
Caratteristiche tipo di neurotossine: A, B, F (gruppo I), B, E, F ( gruppo II), C, D
(gruppo III), G (gruppo IV) temperatura minima di crescita 10°C (I gruppo), 3°(gruppo II), 15°C (gruppo
III), 12°C (gruppo IV) temperatura ottimale di crescita 35-40 °C (gruppo I), 18-25°C
(gruppo II), 35-40°C (gruppo III), 35-40 (gruppo IV) Temperatura massima di crescita: 48°C (gruppo I); 45°C (gruppo II ); ND (gruppo III); 45°C
(gruppo IV) pH minimo di crescita: 4,6 (gruppo I); 5,0 (gruppo II ); ND (gruppo
III); ND ( gruppo IV) Aw minima di
crescita: 0,94 (gruppo I); 0,97 (gruppo II), ND (gruppo III); ND (gruppo
IV) Concentrazioni
inibenti di NaCl (%) 10 (gruppo I), 5
(gruppo II), 3(gruppo III), > 3 (gruppo IV) D100C delle spore (min) circa 25
(gruppo I); < 0,1 ( gruppo II),ND (gruppo III;NA (gruppo IV) D121oCdelle
spore (min) O,21 (gruppo !); < 0,005 ND: dato non disponibile
CLOSTRIDIUM
BOTULINUMNEI PRODOTTI CARNEI. Sebbene diverse ricerche abbiano dimostrato una
scarsa presenza negli alimenti (Jackson 2010) fin dal 1970 è stata constatata
l’efficacia del nitrito di impedire la germinazione di C. botulinum. Il suo uso
è utilizzato normalmente da tutti i produttori di carne alle dosi indicate dal
Reg UE 1126.
CLOSTRIDIUM
PERFRINGENS. C. perfringens (C. welchii)
è il termine di comune uso corrente. Il clostridio ò un batterio patogeno (
solo alcuni tipi), sporigeno, Gram positivo, anaerobio non stretto, le cui
spore contaminanti gli alimenti del tipo A possono provocare intossicazione
alimentare (vomito, diarrea). Le cellule di C. perfringens sono presenti allo
stato vegetativo o come spore. Le cellule vegetative sono inattivate dalla
temperatura di 75°C. Le spore del tipo A, sono resistenti al calore e possono
sopravvivere a temperature elevate (100°C) e a basse temperature (15°C). C. perfringens
è un patogeno opportunista ed è ubiquitario nell’ambiente. Questo patogeno può
trovarsi nel suolo ( 103—104 ufc/g), nel tratto
intestinale degli animali (105-106 ufc/g) e
saltuariamente nei prodotti carnei crudi e congelati (McLauclin % Coll.2007). La
crescita di C.perfringens è ottimale a 43- 45 °C e il suo intervallo di
crescita è compreso tra 15 e 50°C (Labbe 1989). Il Clostridio cresce ma non a Aw di 0,95 (Strong & Coll.1970).
Un pH del substrato di crescita tra 6-7 è ottimale per il suo sviluppo allo
stato vegetativo e per la sporificazione. La crescita è inibita da pH % , la
morte delle cellule si verifica a pH 5. Poichè il C. perfringens produce solo
sette degli aminoacidi necessari per il suo sviluppo trovano i restanti nei
substrati carnei i prodotti a base di carne sono quelli più implicati nelle
tossinfezioni. Queste si manifestano quando il consumatore si ciba l’acidità dello
stomaco uccide la maggior parte delle cellule vegetative, ma alcune sopravvivono
e si propagano nell’intestino tenue ove inizia la sporulazione delle cellule
con produzione di esotossine. Le spore aderiscono ai villi intestinali causando
nausea e diarrea. Il riscaldamento, il raffreddamento impropri contribuiscono
all’esplosione dell’intossicazione. Si sostiene che il nitrito inibisca la
crescita di C. perfringens bloccando i siti sulfidrilici l presenti nelle
cellule del patogeno (Tompkin 2005). L’effetto è di tipo batteriostatico e si
esercita con altre specie di clostridi : per esempio, C.butyricum, C.tirobutiricum
e C.sporogenes.
ATTIVITA'
BATTERIOSTATICA NEI CONFRONTI DI ALTRI BATTERI. Generalmente il nitrito è
ritenuto più attivo nei confronti di germi Gram positivi come Staphylococcus
aureus e Listeria monocytogenes. Listeria monocytogenes è un bacillo Gram positivo che può crescere nel
latte, soprattutto nei formaggi, in prodotti carnei cotti e nei prodotti
ittici. Le listerie sono emolitiche (ceppi patogeni) e non emolitiche (ceppi
non patogeni). Crescono aerobicamente tra 0 e °C e 50°C sopravvivendo nell’ambiente
per lungo tempo. L.monocytogenes cresce in un intervallo di pH di 4,7-9,2. Il
pH, la temperatura, e la concentrazione di nitrito sono i fattori più
importanti per l’inibizione della sua crescita. Tali parametri sono indicati
nel Reg.CE 2073 che tollera la presenza massima di 100 ufc/g in alimenti pronti
per il consumo. Il nitrito esercita un’attività batteriostatica in unione con
la temperatura, il pH e l’Aw (Sclyter & Coll.1983,Juntilla & Coll.1989,
Mac Clure & Coll.1991,Mc Keller & Coll.1997,Kouaku & Coll.2009).
COMPOSTI DERIVATI DAL NITRITO CON CON ATTIVITA’ BATTERIOSTATICA. E’ ben noto che
i composti batteridi e batteriostatici derivano da nitrito in ambiente acido.
Il gruppo comprende:
1)
l’acido di nitroso e gli N-nitrosocomposti, che possono diazotare e deaminare
gli aminoacidi.
2) Il
perossinitrito che si forma in ambiente aerobico in presenza di ossigeno. Il
composto inibisce , C.sporogenes e L.monocytogenes
3)
Complessi Fe-S-NO che si formano nei prodotti carnei cotti. I composti
Ferro-zolfo-NO sono batteriostatici. Moran & Coll.(1975) hanno dimostrato
la loro inibizione delle cellule vegetative di C.perfringes e delle spore di
C.sporogenes.)
4) I
nitroso tioli e i composti N-nitrosici, come l’anione
nitrosocitoinilferrato, inibiscono Samonella spp, Streptoccus faecium, C.sporogenes
(Incze & Coll.1974). Altri composti nitrosici riescono nocivi per Clostridiu
e L.monocytogenes, come anche il monossido d’azoto, o ossido nitrico, che si
forma dalla riduzione del nirito nei prodotti carnei, fermentati. Banwart (1989) ha individuato quattro siti
ove agiscono i nitroso composti : a) enzimi e altre proteine; b) il sistema
genetico; c) le pareti cellulari o membrane d) il legame con nutrienti
essenziali.
PRODOTTI
A BASE DI CARNE E POSSIBILITA’ DI CRESCITA DI L.MONOCYTOGENES
Augustin &
col hanno eseguito una serie di prove sperimentali per verificare la possibilità
di sviluppo di Listeria monocytogenes in 3 categorie di prodotti carnei; 1)
prodotti cotti (prosciutti cotti, prodotti a base di carni di pollo cotti, pates, rillettes, frankfurter
cotti); 2) prodotti fermentati od essiccati (salami, prosciutti crudi, coppe);
3) prodotti in salamoia (hanno eseguito una serie bacon, dadi di bacon, salsicce).
I singoli prodotti sono stati caratterizzati in base al pH, Aw, presenza di
nitriti. La possibilità di crescita/non crescita fu eseguita mediante un
challenge test., insemenzando elevate concentrazioni iniziali (ra 102
e 103 ufc/g di prodotto), i campioni sono stati mantenuti a 4°e 8°C.
Nei prodotti cotti la combinazione Aw e pH era di 0,956-0,980 e 5,80-6,55
rispettivamente. In tutti questi prodotti L.monocytogenes si sviluppò normalmente.
Nel secondo gruppo di prodotti la combinazione pH e Aw furono di 4,63-6,1 e
0,831- 0,943 rispettivamente. In nessuno di questi composti si verificò
crescita di Listeria monocytogenes. 3) la combinazione pH/Aw nei prodotti in
salamoia era di 5,18-5,95 e di 0,939-0,975 rispettivamente.In questa categoria
la crescita di L.monocytogenes si verifcò in 9 campioni su 35. La mancata
crescita di L.monocytogenes nei prodotti in salamoia si ritenne dovuta alle
particolari caratteristiche fisiche dei prodotti e dalle modalità del
trattamento della salamoia.
Ricerche
analoghe su prodotti di salumeria italiani sono state condotte dal gruppo dei
batteriologi della Stazione Sperimentale di Parma cordinati dalla Barbuti. I
dati complessivi e le conclusioni sono stai pubblicati in una monografia della rivista
Industria Conserve nel 2012. I campioni esaminati col challenge test sono stati:
salami (cacciatore, Gentile, Salame Milano, Salame magro), prosciutto crudo, pancetta,
bresaola, speck, culatello. In nessun campione L.monocitogenes crebbe. In
sintesi, L.monocytogenes non trova condizioni favorevoli al suo sviluppo nei
prodotti di salumeria a causa della combinazione pH/Aw/nitriti/lattobacilli nei
prodotti fermentati e Aw/pH/cotenna nei
prosciutti crudi.
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Summary
Nitrite and
derivatives guarantee the healthiness of
meat products though bacteriostatic activities. The inibite pathogens are: C.botulinum,
C.perfringens, Listeria monocytogenes,
Salmonella spp and Staph.aureus. Others spoiling bacteria are also inhibited.
Riassunto
Il
nitrito ed i suoi derivati garantiscono la salubrità dei prodotti carne
mediante attività batteriostatica. I patogeni inibiti sono C.botulinum, C.perfringens,
Listeria monocytogenes, Salmonella spp.e Staph aureus. Altri germi deterioranti (clostridia spp)
sono pure inibiti.
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